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8 settembre, pagina di diario

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Diario del giorno

Oggi dovrebbe essere un giorno importante per la liturgia cristiana. Si celebra infatti la Natività di Maria, cioè il giorno in cui è nata la Madonna, una sorta di Natale femminile, carico di significato, il giorno in cui nasce la madre di Cristo: invece la ricorrenza non sembra avere assunto una particolare visibilità, sembra un evento dimenticato o trascurabile: uno di quei tanti misteri della fede senza risposta.

Sul piano storico è il giorno in cui viene reso pubblico l’armistizio di Cassibile, firmato dall’Italia il 3 settembre dal generale Giuseppe Castellano a nome del Presidente del Consiglio maresciallo d’Italia Pietro Badoglio fedele al re Vittorio Emanuele III. Le forze armate italiane vengono attaccate da quelle tedesche. Brindisi diviene sede del governo del Regno d’Italia. Si tratta di uno di quegli eventi che appartengono alle sconclusionate decisioni dei governanti Italiani e di re Vittorio Emanuele III. L’armistizio era già stato reso noto dagli americani, mentre il generale Badoglio, annunziando la tregua aveva scritto la sibillina frase “La guerra continua”, senza chiarire se doveva continuare accanto a Mussolini e ai Tedeschi o accanto al Re e agli americani. Migliaia di militari si trovarono sbandati e spiazzati da questa ambiguità e i tedeschi ne approfittarono per dirci che eravamo traditori e per bombardare le grandi città distruggendo spesso patrimoni culturali d’inestimabile valore.

Un breve passaggio nell’hangar partinicese di Piazza municipio, dove per entrare ormai ci vuole il lasciapassare. C’è stata una sotterranea campagna da parte di più consiglieri di diversa estrazione, per impedire l’accesso a un “pregiudicato”, senza che, nella loro ignoranza anche da laureati e professori, costoro sapessero che si è pregiudicati dopo essere stati condannati, mentre ancora il pregiudicato Maniaci ha un processo in corso e quindi non dovrebbe essere pre-giudicato. I nostri cultori dell’italiano hanno invece fatto un’analisi della parola e dedotto che pre significa prima e che quindi il pre-giudicato è colpevole prima di essere giudicato. Che mostri di cultura giuridica abbiamo!!!!

E a proposito, se la spiegazione è questa, abbiamo un pre-giudicato in Consiglio comunale, ovvero un consigliere che è stato giudicato prima di essere giudicato: secondo alcune informazioni reperite si tratterebbe di un uomo politico che avrebbe avuto e ha ancora uno o due procedimenti in corso, anche se si tratta di reati minori. Il problema è legato alla dichiarazione di non avere procedimenti penali in corso che ogni consigliere sottoscrive al momento del suo insediamento: se è così avrebbe fatto una dichiarazione mendace. Il segretario generale avrebbe chiesto lumi alla Procura della Repubblica e si potrebbe configurare la possibilità di una sua decadenza dalla carica. Va fatto notare che alcuni partiti e movimenti politici hanno premesse e fanno sottoscrivere dichiarazioni di questo genere a tutti i loro candidati e iscritti, salvo poi soprassedere, come sta succedendo nel caso dell’indagato Salvini. E pensare che in Germania un ministro si è dimesso dalla carica perché si è scoperto, e lui stesso lo ha ammesso, che aveva scopiazzato la tesi di laurea. Ma in Italia siamo diversi anche in questo.

Per oggi non c’è altro da dire se non che la prima commissione si è già messa al lavoro e ha deliberato la formazione di una consulta delle culture: ci incuriosisce il plurale: perché culture e non cultura? Forse si vuole ampliare il quadro dei partecipanti anche agli studiosi di antropologia o a quelli di colture biologiche? In questo ultimo caso dovrebbero essere appunto colture e non culture. Considerato quello che circola a Partinico staremo a vedere chi sarà considerato uomo di cultura degno di essere ammesso a questa commissione e se i futuri membri non cominceranno col dire, per gelosia, per invidia, per problemi personali, “se c’è lui non mi ci metto io”, rispetto alla regola del “levati tu ca mi ci mettu io”.

A domani, aspettando che piova…

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Salvo Vitale

Salvo Vitale è stato un compagno di lotte di Peppino Impastato, con il quale ha condiviso un percorso politico e di impegno sociale che ha portato entrambi ad opporsi a Cosa Nostra, nella Cinisi governata da Tano Badalamenti, il boss legato alla Cupola guidata negli anni Settanta da Stefano Bontate.

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