Oggi la chiesa ricorda un santo spagnolo Raimondo, detto Nonnato (cioè “non nato”, per il fatto di non essere stato partorito, ma estratto dal corpo dalla madre che era appena morta). Fu tra i primi compagni di san Pietro Nolasco nell’Ordine di Santa Maria della Mercede, fondato nel 1218, per cui egli è un monaco “mercedario”, non mercenario, anche se col denaro aveva a che fare. Infatti si adoperò per fare liberare diverse persone rapite dai turchi e ridotte in schiavitù: in pratica faceva l’intermediario, concordava il prezzo da pagare, portava il denaro e riportava indietro le persone rapite: in uno di questi viaggi venne catturato e ridotto schiavo egli stesso. Si dice che in prigione predicava e convertiva i musulmani, al punto che le guardie, per impedirglielo, forarono le sue labbra e le chiusero con un lucchetto. Raimondo venne riscattato dal suo stesso Ordine, e ritornò a Barcellona nel 1239. Morì poco dopo, nel 1240, nel castello di Cardona, dove si era fermato in un viaggio verso Roma, dove era andato per ritirare la cappella cardinalizia consessagli da papa Gregorio IX. Quindi, così come era “Non nato”, per nascita prematura, non riuscì a essere cardinale, per morte anch’essa prematura. Non nato e non morto (come cardinale).
Oggi Salvini dilaga su tutti i telegiornali, mentre Di Maio è scomparso: invece di far parlare il ministro degli esteri o quello della difesa o quello delle sovrastrutture, ogni volta parla lui, oppure, com’è più presumibile, i giornalisti fanno parlare lui. Così continuando il telegiornale diventerà un telesalvini e una volta che il cervello degli italiani sarà ridotto in pappa il resto sarà tutto in discesa, con la scomparsa dei pentastellati e dei resti dei berluscones. E tanto per essere in tema, lo citiamo per la seconda volta e poi basta, il ministronzo ha detto che le informazioni di garanzia sono per lui medaglie: e ha ragione: così gli italiani crederanno che egli ha un nemico interno, la magistratura, e un nemico estero, il presidente francese Macron che ogni giorno lo prende a pesci in faccia, ricambiato. Crearsi un nemico è una strategia che funziona sempre e serve a ricompattare le truppe attorno al capo.
Ma scendiamo dalle nostre parti. Abbiamo chiamato le nostre “notizie” locali “telebabbio”, “telecurtigghiu”, se proprio le vogliamo dire in altro modo “tele minchiate”, con la sottile intenzione che le persone intelligenti possano capire che si tratta di satira, di scherzi, di anticipazioni di corridoio che da un giorno all’altro possono cambiare ed essere smentite. Malgrado non ci siano intenzioni cattive, anzi voglia di “babbiare”, non c’è niente da fare: c’è sempre chi si pizzica, chi salta sulla sedia ed è pronto a dire che non è vero, chi si incazza, chi cerca il responsabile che abbia potuto fornire il pettegolezzo. E così è successo che una dei due consiglieri della lista Rete civica per De Luca sindaco, è donna, ma non ne facciamo il nome, ci ha detto che siamo scorretti, deontologicamente non professionali, ma come parla bene, perché non è vero che minacciava di uscire dalla maggioranza, a seguito di richiesta di spazio o nella presidenza delle due commissioni restanti o a seguito del rinnovo dell’incarico per il campo sportivo. Chiediamo scusa, non è vero che voleva uscire, era ed è rimasta dentro: diciamo che serpeggiava nel suo gruppo un po’ di malcontento, che si ventilava l’ipotesi vaga di… va bene così? Altra lamentela ci è arrivata a proposito del funzionamento del depuratore, e qui invece occorre dire pane al pane, cioè chiarire che le informazioni ricevute e trasmesse non erano complete, che il depuratore funziona perfettamente, è attrezzato modernamente e che alcuni reflui, come si può vedere con molta chiarezza dai filmati fatti, alla foce presentano una diversa colorazione, rispetto a quelli depurati e pertanto non provengono da una cattiva depurazione, ma da sversamenti incontrollati molto più vicini alla foce di quanto non sia il depuratore. Bisognerebbe cercare i responsabili, compresi quelli di grosse aziende nel settore vinicolo, che dicono di essere in regola e poi sotto sotto non lo sono mai. Questo quando non piove, perché quando diluvia salta tutto.
Dopo queste doverose precisazioni torniamo nel palazzo. Finalmente “habemus papam”, anzi abbiamo un papa e una papessa. Nella seconda commissione è stata nominata, anzi confermata presidente Eleonora Rappa, della lista Diventerà Bellissima e vicepresidente Vanessa Costantino della lista Legati a Rao. La lega c’entra sempre. Nella terza commissione c’è stato invece un imprevisto e spettacolare colpo di scena: presidente è stato eletto non, come ci si aspettava Alessio Di Trapani, ma Giuseppe Barbici, della lista Rete civica per De Luca. Alessio c’è rimasto male perché Barbici gli ha fatto Barba, capelli e shampo. Vice presidente Pietro Rao della lista Legati a Rao. La Lega c’entra sempre. Nella prima commissione tutto è rimasto come prima, con presidente Renzo Di Trapani e vicepresidente Giorgio Rao, della lista Legati a Rao. La lega c’entra sempre. E c’entra tanto che si sta creando una sorta di “rivugghiu” interno alla maggioranza, con l’ipotesi di creazione di una maggioranza nella maggioranza di ben sette consiglieri, di cui possediamo i nomi ma che non vi facciamo, perché è ancora presto: la partita si giocherà al momento dell’approvazione del bilancio 2018.
E così tutti i tasselli, eccetto quello del campo sportivo, sembrano a posto, salvo la possibilità di spostarsi da un momento all’altro. Siamo ridotti male, proprio male. Il nuovo che doveva avanzare è rimasto vecchio, perché i figli camminano sulle orme dei padri e perché c’è troppa nostalgia del passato vicino e lontano che rende tutto nero, buio, senza luce, come nel famoso pezzo dei Dik Dik, versione italiana di quello dei Procul Harum immortalato nel film I Cento passi, di cui vi proponiamo la versione italiana, per dire che “semu a u scuri”, senza rinunciare alla voglia di sentire, a seguire l’originale.
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