Finalmente la nazionale di calcio di Roberto Mancini ha conquistato la sua prima vittoria battendo una Polonia a tratti pericolosa, ma poi preoccupata di non prendere gol e giocarsi con l’Italia lo spareggio per la permanenza nella Uefa Nation League, una sorta di serie A europea. Era da un anno che gli azzurri non vincevano e alla fine, al 92° minuto, c’è voluto il gol del terzino della Fiorentina Cristiano Biraghi per risolvere una partita che, nonostante la superiorità in campo, ha messo in luce i difetti di sempre: debolezza in attacco, frequenti pause nella velocità del gioco e solita tendenza a fare passaggi indietro per costruire un’azione per andare avanti in campo. L’altra considerazione è legata al galoppante depauperamento e alla mancanza di bravi calciatori italiani, dal momento che il calcio italiano è invaso da calciatori stranieri (di ogni colore, sia chiaro), molti dei quali si rivelano, più che cavalli di razza, autentici brocchi pagati a peso d’oro. Negli anni ’70 per fermare questo fenomeno furono messi alcuni paletti: nessuna squadra poteva avere più di uno straniero, successivamente non più di tre, in campo. Ma erano altri tempi e non c’era questo scatenato mercato di merce umana con il marchio del campione.
Sette nuovi santi proclamati da Papa Francesco. Prima fila per Giovanni Battista Montini (1897-1978), poi Papa Paolo VI, che portò avanti il grande momento di rinnovamento della chiesa del Concilio Vaticano secondo e per il vescovo salvadoregno (1917-1980), mons. Romero, assassinato dal regime militare di estrema destra, per avere difeso braccianti e contadini: assieme a loro sono diventati santi due preti e un laico italiani e due religiose (una tedesca e una spagnola):
È vero che ognuno ha i suoi santi, ma i santi appartengono a tutto il mondo della cristianità, mentre tutti hanno parlato solo dei primi due, sicuramente importanti, dimenticando gli altri: anche in questo campo ci sono santi di serie A e di serie B.
Elezioni in Germania: nella Baviera, una delle zone più industrializzate e più attive dell’Europa, il partito della cancelliera Angela Merkel ha perso la maggioranza assoluta che aveva da quasi 50 anni e adesso deve fare i conti con una serie di partiti emergenti, dalla nuova destra, che sbandiera, come in Italia la sua propaganda xenofoba, ai Verdi che con il loro 18% sono i veri vincitori delle elezioni e si propongono come una forza nuova attenta ai problemi ambientali e aperta all’accoglienza umanitaria. Quasi scomparsi i socialisti, a riprova di una tendenza partita dall’Italia e ormai diffusa in tutta Europa di una crisi dei partiti tradizionali e di una nuova attenzione a forze che sono più legate ai problemi reali dei loro territori.
Ha deciso di ritirarsi dalle scene e dalla sua attività di cantante Michael Bublè (al quale dedichiamo la copertina), uno dei più noti cantanti canadesi, che ha avuto un successo mondiale grazie al suo genere di musica, lontano dalla sua generazione, che richiama assonanze tradizionali con sfumature di swing, di jazz, di rock, e grazie alla sua voce che ha un’estensione vocale da baritenore. È stato classificato come “l’erede” di Frank Sinatra, per il suo particolare timbro vocale. Il suo stile molto confidenziale è simile a quello di grandi crooner, cioè cantanti confidenziali, come Nat King Cole, Tony Bennett e Bing Crosby. Memorabile la sua reinterpretazione del brano di Tony Renis Quando, quando, quando. Bublè, che ha venduto milioni di dischi, ha sempre rivendicato con orgoglio le sue origini italiane. Uno dei suoi pezzi più noti è It’s a Beautiful Day.
Un volo veloce a Partinico, dove con urgenza è stato convocato un consiglio comunale, per giovedì prossimo, alle ore 18, in seduta aperta, per trattare del problema dell’illuminazione. Abbiamo nei giorni scorsi parlato di strane manovre che si notano in giro, come quella della lettera inviata a tutti coloro che avevano partecipato alla gara d’appalto, per avvisarli che il comune era in dissesto: in parole povere: ritiratevi, perché non ci sono soldi. Ma i soldi per l’illuminazione non possono essere messi nel calderone del dissesto, in quanto si tratta di un servizio pubblico che va comunque assicurato. Il Comune sembra voglia revocare l’appalto già dato alla ditta Ottima, per i prossimi venti anni e per 800 mila euro l’anno, per gestire in proprio l’attività. Il problema è se continuare nella linea dell’affido in appalto dei vari servizi, scelta dalle amministrazioni precedenti, o se tornare alla gestione diretta, ma in questo secondo caso nascono una serie di dubbi sulla scelta delle persone o delle ditte da impiegare per questo servizio, ovvero individuare la possibilità che non ci sia già chi è pronto a ricevere l’incarico. La cosa non è facile, perché la ditta Ottima di Milano ha già versato la somma fideiussoria per la partecipazione, ha già speso le parcelle per la progettazione, e ha già messo in conto un guadagno che così andrebbe perso, e perciò, inevitabilmente chiederà un risarcimento milionario per i danni. E poi la delibera è già passata sotto il controllo dell’Urega. È possibile fermarla? Insomma non c si può sottrarre alle domande: perché questa urgenza? Cosa c’è sotto? O, per dirla in latino: cui prodest?
E in questo dilemma tra luce e buio chiudiamo la pagina di oggi, considerato che a breve finirà l’ora legale e che quindi aumenteranno le ore di buio. Chi scuru chi c’è!!!! Un po fari chiù scuru ri menzanotti.
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