L’invenzione della radio, alla fine dell’Ottocento è attribuita a Guglielmo Marconi, è italiana. Lo strumento comincia diffondersi, come mezzo di comunicazione di massa, negli anni ’20 e, come tale, rappresenta la più grande innovazione dopo l’invenzione della stampa. Nel 1922 partono le trasmissioni della BBC, la radio più antica del mondo in onda ancora oggi, mentre in Italia si comincia nel 1924. La radio diventa uno strumento prezioso durante la seconda guerra mondiale, per trasmettere propaganda di regime e informazioni sulla guerra. Famosa Radio Londra. Con l’avvento della televisione, in Italia negli anni ’50, la radio mantiene il suo ruolo leader nella comunicazione, attraverso le autoradio. Negli anni ’60 riscuotono particolare successo i programmi rivolti ai giovani tipo “Bandiera gialla” e “Alto gradimento” e spopolano Arbore e Boncompagni.
Nel 1970 nasce a Partinico la prima radio libera in Italia, per iniziativa di Danilo Dolci, quella che egli stesso chiamò “La radio dei poveri cristi“. Il 27 marzo da Palazzo Scalia Pino Lombardo e Franco Alasia diffondono un tragico SOS delle popolazioni del Belice, abbandonate a se stesse, a più di due anni dal tragico terremoto che sconvolse la Sicilia occidentale. Era un grido d’aiuto la cui risposta fu, dopo 27 ore, l’irruzione nei locali da parte delle forze dell’ordine, il sequestro degli attrezzi e la denuncia di Danilo e dei suoi collaboratori, poiché solo la RAI aveva il monopolio dell’etere. Cinque anni dopo scoppia il boom delle radio libere ed è il momento migliore di popolarità di questo piccolo, indispensabile strumento. Molta musica, molta pubblicità, poche notizie. Ci sono anche le radio democratiche, quasi tutte di sinistra, che invece aprono grandi spazi alla diffusione di notizie e idee. In questo grande fermento non si può non ricordare Radio Sud a Palermo, Radio Onda Libera a Partinico e la piccola Radio Aut a Terrasini, creata da un gruppo di ragazzi di “estrema sinistra”, attorno a Peppino Impastato. La regolamentazione voluta da Craxi, anche per le televisioni private, ha finito con il mettere nelle mani di poche persone con in mano grandi capitali, questi strumenti d’informazione, sempre più perfezionati e attrezzati, grazie agli introiti pubblicitari.
Negli anni ’90 la nascita di grandi network nazionali, ha dovuto fare i conti con l’avvento di Internet, che ha creato nuovi spazi: le radio si sono dotate di un sito web, e nascono le web radio, tra le quali va ricordata “Radio Cento passi“. Il passaggio alla FM, (modulazione di frequenza, l’arrivo del DAB, cioè del digitale poi del DAB+, ha migliorato la qualità dell’ascolto confermando la capacità della radio di adattarsi ai tempi e alle nuove tecnologie senza rinunciare al suo prezioso ruolo di strumento di diffusione di idee e di esperienze.
L’obiettivo indicato dall’Unesco, quest’anno è di promuovere, attraverso la radio “Dialogo, Tolleranza e Pace”, di sensibilizzare gli ascoltatori su temi come la migrazione e la violenza sulle donne, di promuovere il rispetto per abbattere le differenze. Come diceva Steve Allen “La Radio è il teatro della mente”. E aggiungiamo un giudizio del filosofo Henry Bergson: “La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima”, per chiudere con Marilyn Monroe: “Non è vero che non avevo niente, ho avuto la radio”.
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