Ci piacerebbe occuparci di ben altro. Ci piacerebbe dire che il canto libero di Lucio Battisti, in occasione del ventennale della sua scomparsa, sorvolasse Partinico e il suo territorio per dirci che ci troviamo in un comune pulito dal cumulo di rifiuti che lo sommerge ogni giorno, dove le iniziative culturali e quelle di tutela ambientale riescono a coinvolgere i cittadini e che la loro collaborazione sia richiesta anche in questo senso. Ci piacerebbe andare al di là dei singoli dispetti, delle strategie sotterranee, delle manovre meschine che tendono ad escludere alcune persone e a favorirne altre, come da sempre a Partinico si è fatto, e invece niente, niente di niente, anzi tutto procede come prima. Non c’è nulla da stupirsi: Partinico è così, qualsiasi appello al cambiamento, strombazzato in campagna elettorale va a sbattere contro il muro di un’identità squallida di ripicche, di gelosie, di strategie dove i cittadini sono ritenuti degli allocchi o degli strumenti di cui servirsi per far credere che esiste quello che non esiste, secondo la ormai storica strategia berlusconiana non del fare, ma del far credere di fare.
In vetrina, alla conferenza stampa anche l’assessore Regionale ai rifiuti, Pierobon e soprattutto Rai3. Coloro che sapevano della presenza della Rai si sono messi il vestitino della domenica, con giacca e cravatta, oppure il decolté delle occasioni, ed è iniziata una sorta di sceneggiata degna di un romanzo di Camilleri. Non essendo presenti, possiamo solo ricostruire il “succhio” del discorso, che parte da un falso incredibile, relativo a una foto scattata da un cittadino domenica 25 agosto, dove si vede un autocompattatore che scarica i rifiuti di cui è pieno in contrada Giambruno. Il sindaco e i suoi assessori hanno dedotto che si trattava di un camion della Co.ge.si, ovvero di una ditta che al momento a Partinico ha l’incarico-appalto di raccogliere i rifiuti: quindi, in questo caso, invece di raccoglierli li avrebbe sversati. Non c’è nulla che può autorizzare a concludere che si tratta di un auto compattatore della Co.ge.si, i cui mezzi hanno una striscia verde e davanti la scritta della ditta. Da notizie di prima mano sappiamo che un auto compattatore della Co.ge.si era in quei paraggi per raccogliere, con la paletta, le montagne di rifiuti messi a giacere ormai da vari mesi, ma indubbiamente non si tratta di quel mezzo. Come e perché si sia arrivati a un’accusa così dettagliata e si sia costruita su di essa una strategia di visibilità, al punto da portare sindaco e assessori a minacciare una revoca dell’incarico, non è dato sapere. Sin da quel fatidico giorno l’assessore responsabile, Motisi, ha sporto denuncia alla Polizia, la quale ha dato il via alle indagini: stando alle accuse formulate ieri si dovrebbe concludere, ma senza alcuna ufficialità, che secondo queste indagini il mezzo dovrebbe essere della Co.ge.si. E invece pare proprio che non sia così: a nome dei suoi legali Fabio Bosco e Salvatore Landa la ditta di San Giuseppe Jato ha negato recisamente che il mezzo appartenga alla stessa e “si è già attivata per denunciare per diffamazione aggravata tutti i soggetti responsabili di tale disinformazione mediatica” chiedendo, oltre che una rettifica degli articoli, un risarcimento, come parte lesa, per avere subito un irreparabile danno d’immagine”. E bisogna considerare che il danno è grosso, poiché già altri comuni in cui la Co.ge.si lavora, stanno minacciando la disdetta del contratto. Non sappiamo se la ditta ha sporto denuncia anche contro gli ignoti che avrebbero sversato i rifiuti e sarebbe auspicabile che lo facesse, oltre che per il danno d’immagine per l’aumento del carico di lavoro che lo sversamento le ha comportato.
Conclusione: sembra di capire che ci troviamo davanti a un falso scoop confezionato su misura: forse si sta progettando di dare una svolta e un diverso incarico ad altra ditta? Ma anche questa è un’ombra su cui ci piacerebbe sapere se c’è sotto qualche altra intenzione, se si è trattato di un incidente di percorso della giunta De Luca con il benestare dell’assessore Regionale Pierobon, o se i fatti stanno così come è stato strombazzato. Perché un mezzo della ditta, dopo avere raccolto i rifiuti avrebbe dovuto abbandonarli? Forse per non pagare i pochi soldi del conferimento in discarica? E perché alla conferenza stampa del sindaco non hanno voluto Telejato?
Anche qui il sospetto è che sotto ci sia la strategia di sempre, ovvero ritagliare l’isolamento attorno alle voci scomode, azionare la macchina del fango, blindare le notizie e in pratica prosciugare il “brodo di coltura” su cui ogni testata giornalistica attinge per fare il suo lavoro. Lo sapremo nei prossimi giorni. Intanto, dal palazzo blindato è trapelata la voce che l’ingegnere Peppe Gallo, sulle cui spalle pesa ed ha pesato l’incarico del settore ritiro rifiuti, si è dimesso: si fa già il nome del suo successore e collega, Piscitello. Altra rotazione sembra esserci alla segreteria generale, dove andrebbe via Antonella Spadaro per dare il posto al ritorno di Lucio Guarino.
E torniamo all’altro Lucio, cioè Battisti, che da 20 anni ci manca. La sua voce metallica e ben diversa da quelle del bel canto italico, le sue musiche, così piene di armonie orecchiabili e di melodie piene di assonanze e dissonanze, e infine la fortuna di avere trovato un paroliere d’eccezione, Mogol, fanno di Lucio uno dei più indimenticabili grandi interpreti musicali della musica leggera italiana, che ha segnato la strada ad una nuova generazione di cantautori, da Zucchero, a Lucio Dalla, a Vasco Rossi, a Francesco De Gregori e a tant’altri. Dopo di lui la musica è cambiata.
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