A San Giuseppe Jato. “Ingiustizie dall’Inps contro mia figlia”, la storia di Gaia

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Gerlando, originario di San Giuseppe Jato, è padre della piccola Gaia. Un padre che da anni ormai lotta strenuamente per la propria figlia. Non chiede le stelle ma chiede che vengano riconosciuti i diritti della propria piccola, nata, purtroppo con una grave patologia, che le rende la vita difficile e che necessita di continue cure, anche molto costose, e viaggi dispendiosi.

Papà Gerlando da anni ha iniziato una vera e propria guerra contro quello che definisce un “muro di gomma”. Proprio nelle ultime settimane si è visto rifiutare l’ultima istanza per ricevere un’indennità che lo aiuterebbe ad affrontare con un po’ più di serenità le cure dei Gaia. Nonostante la presentazione di documenti attestanti tra l’altro l’aggravamento della patologia della bambina, l’istanza è stata rispedita al mittente. Una questione destinata dunque ad andare avanti, con la speranza che tutto possa risolversi con un lieto fine. Soprattutto per la salute della piccola Gaia.

Gerlando vive con la famiglia in un comune della provincia di Catania, alle pendici dell’Etna. Da anni la sua vita è spesa per la piccola Gaia. Gaia è nata con una malformazione congenita, l’assenza dell’apparato renale sinistro, come racconta il padre a DirettaSicilia. Da ben tre anni va avanti la pratica per il riconoscimento dell’invalidità civile della piccola. Continui i vai e vieni dall’Asp locale ma la burocrazia e la lentezza delle pratiche sono un enorme fardello. Dopo numerose peripezie, l’azienda sanitaria riconosce la piccola “minore invalido con difficoltà persistenti” ma “non ci danno accompagnamento. È arrivata la pandemia ed è iniziata la via crucis dal Gaslini di Genova”, racconta il padre.

“Ci hanno poi messo in contatto con il Bambin Gesù dove a Gaia hanno dato come diagnosi “agenesia e digenesia del rene – aggiunge papà Gerlando – Ora la bambina è seguita dal Policlinico di Messina secondo cui Gaia ha anche problemi di neuro sviluppo”.

Il padre a gennaio è anche arrivato a incatenarsi davanti l’Asp, visto che nessuno fino ad allora era riuscito a risolvere il problema. “La bambina necessita di tre assistenti – dice ancora il papà -. Così dobbiamo ricorrere al privato perché le liste sono lunghissime”. Per gaia è partita anche una raccolta fondi. “C’è chi ci sostiene affinché possiamo continuare le terapie di Gaia ma non posso più affrontare queste spese. Ora chiediamo il riesame della pratica”. Il caso è stato anche affrontato dalla senatrice del movimento 5 Stelle Cincia Leone che ha anche presentato un’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza.

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Redazione

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