Ci scrive Francesca e ci racconta la storia di Tommasina, morta a 25 anni in sala operatoria

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Mi chiamo Francesca Cimmino, ti scrivo a nome della famiglia di Tommasina De Laurentis, la ragazza deceduta per un banale intervento laparoscopico alla colecisti l’8 marzo del 2013 presso l’ospedale “madonna della neve” di Boscotrecase provincia di Napoli.
Tommasina era una ragazza piena di vita, dolce, affettuosa, una mamma modello una moglie esemplare per Alfonso Formisano.
Lo stesso Alfonso e Pacifico De Laurentis affranti dal dolore sono stati a pomeriggio cinque una settimana dopo i funerali per far luce su questo caso e per avere giustizia perchè non si può morire per un intervento di routine e per la negligenza dei medici. Eppure dall’autopsia è risultato che è stata recisa la vena aorta e la vena cava con il TROCART facendola morire con un’emorragia interna; i medici non si sono accorti che l’emoglobina era scesa al valore di 6 e con essa anche la pressione.
Dopo un anno e mezzo ancora i medici in questione continuano a svolgere il loro lavoro come se niente fosse: mi chiedo quante persone debbano morire ancora per far capire quanti medici incompetenti operano in questo ospedale?
Dopo venti mesi la procura ha definito il processo “lumaca” nel quale dieci indagati potrebbero vedere l’accusa cadere per prescrizione.
Purtroppo non è il primo caso che si è verificato e non sarà neanche l’ultimo dato che pochi giorni fa ha perso la vita un’altra mamma di 37 anni insieme alla bambina che portava nel suo grembo lasciando altri tre figli.
vi prego
aiutateci!
Vogliamo giustizia per Tommasina e per tutte le altre vittime di malasanità, dacci la possibilità di dar voce al nostro dolore perchè perdere una figlia, una sorella, una cognata, un’amica ma soprattutto una moglie, e strappare una mamma ad una bimba di appena 4 anni che spera ancora in un suo ritorno; come si fa?
Spero con tutto il mio cuore che tu leggerai questa lettera e darai l’attenzione che merita…

2 Commenti
  1. Denise Criscione dice

    Francesca, ti capisco, mio papà è morto in ospedale, a Ragusa, durante un ricovero che durava da sei giorni, per embolia polmonare, la causa ovviamente la si è scoperta tramite autopsia…. Di otto medici indagati, oggi ne rimangono 3, e aggiungo che, all’ inizio avevo affidato la pratica a un avvocato della stessa città, che per ben 2 anni non ha mosso neanche un dito! Adesso rimangono 5 anni prima della prescrizione, e il nuovo legale sta facendo i salti mortali per venirne a capo, tanto più che all’ epoca l’ ospedale non era assicurato. Io ho giurato guerra al sistema marcio di cui siamo vittime, alla rassegnazione e all’ abitudine di lasciar correre tutto che continua ad alimentare la presenza di emeriti parassiti in ambiti in cui il requisito minimo dovrebbe essere la competenza!

  2. Luckycola dice

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