Consiglio Superiore della Magistratura: eppur si muove…
Lo abbiamo detto tante volte, il Consiglio Superiore della Magistratura si muove con i piedi di piombo, deve attentamente guardare, constatare, valutare e provveder.
E così ha finalmente approvato il trasferimento di Tommaso Virga alla Corte d’appello di Roma (promosso) e di Fabio Licata al Tribunale di Patti con funzione di giudice del lavoro diciamo un po’ penalizzato, perché Patti è lontana e perché altro è lavorare nel prestigioso Ufficio misure di prevenzione di Palermo, altro è occuparsi di piccole cause che interessano lavoratori e datori di lavoro, fra l’altro diminuite di molto con l’introduzione del Jobs Act. Entrambi quindi lasciano Palermo dopo essersi fatti coinvolgere nelle macchinazioni di Silvana Saguto, della quale, al momento non si sa niente, se non che se la spassa in festicciole prenatalizie tra amici. Invece è intervenuto nella questione il Procuratore Generale della Cassazione, cui spetta obbligatoriamente avviare il provvedimento disciplinare nei confronti dei magistrati e i cui magistrati devono poi intervenire nelle udienze davanti alla sezione disciplinare del C.S.M.
È prevista da un decreto governativo una fase di preistruzione che dura sino a un anno e un’azione formale che deve essere conclusa entro due anni. Neanche loro scherzano come tempi. Nel nostro caso il pg della Cassazione ha deciso di esercitare l’azione disciplinare per Virga e Licata, oltre che per Lorenzo Chiaromonte e Guglielmo Muntoni. Di che azione si tratta non si sa ancora. La notizia è stata data al plenum del Csm dal vicepresidente Giovanni Legnini. Virga, Licata e Chiaromonte operavano al Tribunale di Palermo e sono rimasti coinvolti nell’inchiesta della Procura di Caltanissetta che vede indagata Silvania De Mon, Muntoni è invece presidente della sezione Misure di prevenzione di Roma, ma il suo nome è spuntato in alcune intercettazioni agli atti dell’inchiesta avviata dalla Procura di Caltanissetta. Si tratta di un favore che egli, su richiesta della stessa Saguto, voleva fare, o forse ha fatto, di dare qualche incarico di consulenza per il marito, ing, Lorenzo Caramma (caramba che sorpresa!!), rimasto disoccupato dopo gli incarichi milionari che gli sono stati dati da Cappellano Seminara, anzi pare che l’incarico doveva essere dato a Cappellano, il quale avrebbe poi incaricato Caramma. Altre informazioni parlano di un incarico presso il CARA di Mineo, dove si parcheggiano 2500 migranti con casa, cibo, passatempi vari e parcheggio esistenziale tutto compreso, in attesa di un permesso di soggiorno che non arriva.
E comunque, tutto procede lentamente, ma noi aspettiamo convinti che tutta l’operazione possa arrivare a un lieto fine, a tarallucci e vino.